La distorsione di caviglia risulta essere uno tra gli infortuni più comuni riguardanti l'arto inferiore in ambito sportivo e in particolar modo per i giocatori di calcio, pallavolo, basket e sport di salto. Si stima che circa il 58% degli atleti subiranno nel corso della loro carriera almeno una volta questo tipo di infortunio. La prevalenza nella popolazione generale è di circa l'11% e solo dal 6,8% all'11% dei pazienti che richiede cure mediche viene indirizzato ad un fisioterapista entro 30 giorni dall'infortunio. Le donne hanno un tasso di incidenza stimato di 13,6 distorsioni per 1000 infortuni, circa il doppio degli uomini. Il 60% degli individui riesce a recuperare completamente entro 12 mesi dall'evento traumatico iniziale, mentre il restante 40% progredisce verso lo sviluppo di un'instabilità cronica di caviglia (CAI), che è definita come la perdita della mobilità e funzionalità della caviglia associata a perdita del controllo motorio, storie di ripetute distorsioni e sensazione di instabilità riferita durante le attività funzionali. Le persone che presentano tale disturbo presentano tendenzialmente una limitata flessione dorsale, un controllo posturale alterato e una continua sensazione di instabilità della caviglia.
Per la gestione di questo particolare gruppo di persone, la letteratura suggerisce come sia gli esercizi neuromuscolari, sia quelli di forza, risultano efficaci nella gestione del disturbo.
Lo studio di Kim et al. (2022) ha confrontato l’efficacia degli esercizi neuromuscolari e di forza nel trattamento dell’instabilità cronica della caviglia, attraverso una revisione sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati controllati. I risultati principali hanno evidenziato che entrambi i tipi di esercizi portano a miglioramenti significativi nella stabilità e funzionalità della caviglia. Tuttavia, non sono state riscontrate differenze sostanziali tra gli effetti degli esercizi neuromuscolari e quelli di forza. In conclusione, l’integrazione di esercizi di forza all’interno di un programma di esercizi neuromuscolari potrebbe risultare utile nel trattamento dell’instabilità cronica della caviglia.
Un altro studio del 2020 di Bolton e collaboratori evidenzia l’importanza di un approccio multimodale al trattamento dell’instabilità cronica di caviglia, in particolare che l’aggiunta delle tecniche di terapia manuale sia fondamentale per consentire il pieno recupero del range di flessione dorsale.
Nella mia esperienza clinica posso confermare che l’iniziale approccio hands-on, ossia aiutando il paziente manualmente tramite trattamento manuale su piede, caviglia e almeno i tessuti della gamba (polpaccio, tibia e perone ma spesso anche ginocchio e coscia), sia assolutamente efficace. Tuttavia la ripresa precoce delle attività, l’esecuzione di esercizi di fisioterapia, prima soprattutto per il controllo motorio e poi gradualmente sempre più rivolti al recupero della forza, sono i fattori che influenzano maggiormente questa condizione.
Mirco Montedonico, fisioterapista Physiolab: Corso Brizzolara 1/3, Chiavari - Tel: 3465237941
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